RUBRICA- CrossOver- L'altra metà del cuore

Ciao ragazzi, come state? Mi auguro alla grande! 
In attesa che la federazione ci aggiorni con novità e programmi della stagione 2015, io e Laura, insieme a coach Mauro Budani e al nostro team di sparring partner, ci stiamo allenando autonomamente sulla sabbia: pensate che a parte gli ultimi tre giorni in cui ha piovuto, stiamo ancora sfruttando l’aria aperta nella struttura del Pinetina Beach Village, al mare… il tempo qui a Ostia è davvero incredibile! 
Dato che in questo periodo non ci sono tornei (la prossima tappa del campionato italiano indoor sarà a fine febbraio proprio qui a Roma) sono tornata a mettere piede, direi meglio scarpa, in una palestra di pallavolo! Eh già, come cantava Antonello Venditti “certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”… sono stata inserita nell’ organico dell’ Ostia Volley Club, società che disputa il campionato di B1, quindi giocherò con loro qualche partita prima di tornare a dedicarmi completamente al beach volley.
Devo dire che dopo tre anni di sola sabbia le prime sensazioni sono state stranissime: come sport sono davvero diversi, sia a livello tecnico che fisico e mi sono data da fare per adattarmi velocemente alle nuove condizioni; fortunatamente la pallavolo è l’altra metà del mio cuore e mi trasmette emozioni indelebili… ricordo ancora quanto mi è costato scegliere tra il volley, il mio primo amore, e il beach volley a tempo pieno, 9 anni fa. 
Quindi una sera mi presento in palestra non del tutto convinta che in un campo così affollato e con nessuna buca da coprire mi sarei trovata a mio agio… in realtà, dopo aver rinfrescato qualche meccanismo, ho iniziato subito a divertirmi e a ricordare perché mi piaceva così tanto. Bello ritornare a fare schemi veloci, o costruire l’azione mettendo in condizioni il compagno di fare punto con una buona ricezione o appoggio o difesa, bella la leggerezza e l’entusiasmo di ragazze giovani che lavorano sodo, bello poter dare il mio supporto in termini di esperienza sportiva e perché no? aiutarle a coltivare il loro interesse verso il mental coaching. Bello esultare insieme in mezzo al campo tra tanti abbracci, rivivere lo spogliatoio, le riunioni tecniche, la trasferta in pullman con la crostata. Bello entrare in un team, dal presidente, allo staff, alle atlete, che condivide lo stesso obiettivo comune, rispetto al beach volley dove anche le coppie che si allenano nello stesso campo sono in competizione tra loro e hanno traguardi differenti. Le ragazze sono state carinissime e molto disponibili e mi hanno fatta sentire subito parte della squadra. A qualche allenamento è venuta anche Giombi e devo dire che vivere insieme un contesto diverso da quello del beach volley è stato molto stimolante e divertente.
Dopo qualche vescica ai piedi e dei meravigliosi lividi alle ginocchia, guadagnati per aver dimenticato come ci si butta sul duro!! :-D mi sono attrezzata con scarpe nuove e ginocchiere più imbottite e mi sono lasciata guidare dall’ inconscio. Dopotutto ho giocato a pallavolo per ben 18 anni!
Ho ben presente il momento della mia infanzia dove tutto ebbe inizio: ero una bambina irrequieta, facevo la seconda elementare, giocavo a tennis, lo sport che papà aveva scelto per me e in cui me la cavavo davvero bene. Finiti i compiti mi mettevo davanti la tv a sgranocchiare con gioia il mio panino con il formaggino Bel Paese... la mia merenda preferita. Un giorno inizia un nuovo cartone animato (Mila e Shiro)… guardo la prima puntata, poi la seconda, poi la terza… passa qualche tempo e mi rendo conto che quella ragazzina indisciplinata dai capelli rossi mi piace da impazzire. Di lei amo la trasparenza, l’entusiasmo, la sbadataggine, il talento, la determinazione, la grinta, lo spirito di sacrificio, la voglia di arrivare. E più di lei mi piace quello che fa: gioca a pallavolo. E quasi più di cosa fa mi piace come lo fa: con il fuoco negli occhi
Così, davanti alla tv, si è accesa la mia passione e non posso dimenticare con quale intensità ho imparato a sognare grazie alla scoperta di quello sport. 
Da lì a decidere il mio obiettivo, il passo è stato breve. Mamma mi racconta spesso il giorno in cui mentre lei era affaccendata nei lavori domestici le ho detto: ”Un giorno farò parte anche io della nazionale di pallavolo!” 
Ricordo ancora in che stanza della casa mi trovavo nel momento in cui ho comunicato al mio papà, con la decisione di un adulto :”Io vado a giocare a pallavolo!”. L’ho solo sentito brontolare qualcosa che ne faceva trasparire il totale disaccordo. Ma era troppo tardi: ero già innamorata della mia nuova scoperta! 
Mi iscrivo alla scuola di volley del mio paese: alta, magra, con dei pantaloncini da ciclista viola e le Superga di tela… look discutibile e quando guardo le due- tre foto dell’epoca muoio dal ridere!!! 
Avevo un allenatore, Enzo, che sembrava mister Diamond, tipo che se sbagliavi qualcosa o non ti buttavi su un pallone ti attaccava addosso fortissimo un macello di palloni… e a me piaceva da matti! :D 
Lui era molto severo, ma credeva in me, e mi ha insegnato ad usare la mia grinta per arrivare dove volevo: per questo non smetterò mai di ringraziarlo. Perché quella è stata la mia chiave. 
Non vi sto a raccontare come poi obbligavo mio fratello minore ad allenarmi per ore in salotto lanciandomi decine di pupazzi di peluche… poverino… ma mi serviva un coach privato!!!
Nello sport le abilità tecniche e fisiche sono certamente necessarie, ma il mondo è pieno di storie di chi si è costruito il proprio successo lavorando sodo e con il fuoco negli occhi, pur non possedendo un talento da capogiro. Con l’atteggiamento e l’attitudine giusta si possano scavalcare le montagne, le avversità, le avversarie. In questo cammino sportivo che dura da una vita ho disputato un sacco di partite, di tornei, di competizioni importanti, ho avuto decine di allenatori, cambiato diverse squadre, città, scuole, sport e mi sento di dire che spesso il nemico più grande, l’avversario più ostico, è dentro a noi stessi. E’ quello che risiede nel modo di pensare, nelle  convinzioni, negli stati d’animo.  Ed è proprio l’approccio che abbiamo verso noi stessi che può paralizzarci o farci fare passi da gigante.  
Ognuno ha un lato del proprio carattere che respinge, che spesso vuole cancellare, allontanare, dimenticare e che combatte: quello costituito da paura, insicurezza, fretta, pigrizia, ansia, rabbia, vergogna...e chi più ne ha più ne metta. Dietro quel lato si nasconde il nostro personale avversario, ma avete mai pensato che proprio sfruttando quelle caratteristiche negative possiamo fare un salto di qualità? 
Come cambierebbero le nostre prestazioni se utilizzassimo quei lati scomodi come delle spinte verso il raggiungimento dei nostri obiettivi? Ad esempio per fuggire dalla pigrizia dovrai far leva sulla tua forza di volontà ed allenarti di più, per veicolare la tua rabbia metterai ancor più grinta e determinazione su ogni pallone, per gestire la tua ansia ti darai da fare nel percorso della consapevolezza con libri o tecniche come il rilassamento, per combattere la tua paura dovrai riscoprirti coraggioso … e così via. 
Nell’ accettare e conoscere ogni nostra zona d’ombra si nasconde anche la soluzione. Con il tempo sono infatti giunta a capire che i nostri aspetti negativi nascondono delle risorse e possono farci scoprire dei talenti che non pensavamo nemmeno di avere. Desideri così tanto fuggire da loro che cambi percorso, cambi strada, abitudini, strategie, atteggiamento, modalità. E mentre cambi, scopri di poter contare su altre parti di te, proprio quelle che ti servivano per fare il salto di qualità, per evolverti come persona e come atleta. Così incontri la determinazione, la pazienza, il coraggio, la testardaggine, la sicurezza, la forza, la dedizione… e comprendi che a volte il nemico interiore può diventare il tuo migliore alleato per realizzare i tuoi obiettivi.
Nella mia personale esperienza due grandi leve mi hanno spinto contemporaneamente verso i miei sogni: il desiderio di vivere la mia passione e la volontà di non dare ragione alla percezione dei miei limiti. 
Quindi non lasciare che siano gli altri a decidere chi e che cosa diventerai. Non vivere gli obiettivi di qualcun altro, scegli i tuoi e lasciati guidare da ciò che ti fa battere davvero il cuore. Perché non è importante avere dei sogni per raggiungerli, è importante avere dei sogni per nutrirli quotidianamente dentro di te e sorprenderti di quanto tu sia capace di ottenere lungo il percorso.
 Un abbraccio
Momi

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