Treni che ripassano

I treni ripassano.
Allenati.
Fatti trovare pronto.
Vai verso di loro.
Onora il tuo Sogno quotidianamente.

Vesti i panni del leone

1. Allenati senza risparmiarti. Allenati duramente, più che puoi.
2. Allenati stando focalizzato solo su quello che stai facendo in questo momento: un movimento per volta.
3. Allenati a stare nella tua bolla di concentrazione.
Lascia il mondo fuori.
Quel mondo fatto di giudizi, aspettative e confronti. 
4. Allenati a mantenere alto il livello del tuo allenamento il più a lungo possibile.
4.
I risultati in campo saranno la conseguenza della tua costanza di rendimento.
E, prima di entrare in campo, ricordati di vestire i panni del leone.🔥
Non del pulcino bagnato.

L'anello

Non ho mai desiderato ricevere un anello.
Dicevo: “Preferisco un paio di scarpe da ginnastica”.
Ed era vero.
Era vero, fino a ieri.
Quando tu mi hai regalato questo.
No, niente proposte di matrimonio o promesse esuberanti.
Nessun impegno più grande di quanti ne abbiamo già presi insieme in questi (quasi!) due anni.
Un gesto d’Amore.
“È la prima volta che ricevo un anello da un uomo”
“È la prima volta che regalo un anello ad una donna”.
Un puro, sentito, importante gesto d'Amore.
“Che significato ha questo dono?”
“Questo anello rappresenta l’unione tra me e te.
Unione che esiste da prima, ora e domani.
Eterna come il cerchio.
Nel cerchio c’è il cuore che è il simbolo che ci caratterizza.
Anche questo cuore, come l’anello, non ha un inizio e una fine.
E dentro, brilla.”
Sì, il mio cuore brilla per te.
Emozionato.
Più del primo giorno.


A chi si piega ma non si spezza

A chi si piega, ma non si spezza
A chi mette passione nelle cose che fa
A chi ha paura, ma cerca il coraggio nel proprio cuore
A chi piange e poi si rimbocca le maniche
A chi ride così forte da contagiare 
A chi abbraccia e comprende senza chiedere
A chi ci crede e non si permette di mollare
A chi cerca la gioia nella semplicità e continua a sognare in grande
A chi sostiene senza giudicare
A chi non si ritiene il più forte, ma ogni giorno lavora per raggiungere il suo massimo
A chi sbaglia e ricomincia di nuovo
A chi non si lamenta, e crea le sue occasioni
A chi pensa che insieme sia più entusiasmante che da soli
A chi viaggia dentro sé stesso per capire meglio il mondo fuori
A chi ha il coraggio di restare, anche quando ti viene suggerito di scappare
A chi alza l'asticella
A chi ha amici preziosi con cui condividere le meraviglie e con cui crescere nella crisi
A chi onora in presente sapendo che il passato è (un) successo e si aspetta magia per un futuro radioso...
A voi, auguro il meglio.

Festa della mamma

Non pensavo mi avrebbe fatto questo effetto.
Da ieri sono molto emozionata per la mia prima festa della mamma.
Guardo la nostra bambina che giorno dopo giorno sperimenta il suo personalissimo cammino e...
So di non possederla.
So che non è mia proprietà.
So che le sue scelte non saranno le mie scelte.
So che, anche se sto facendo del mio meglio, commetterò tantissimi errori.
So di non poterla difendere o di non poterle evitare determinate esperienze.
So che ho una grande responsabilità.
Ma ammetto di provare molto orgoglio quando penso che è nata attraverso me, e attraverso me si nutre, cresce, diventa forte, si sente Amata, acquisisce schemi emozionali e di pensiero.
Grazie Petra Luna, figlia benedetta di Terra e Cielo per avermi scelta come tua radice.
Grazie Gianluca, seme di vita.
Da Mamma a Madre, il viaggio è ancora lungo.
Un passo alla volta.
Auguri Mamme.



Compagne di squadra, mamme

Ripenso a quando, per giocare a pallavolo, vivevamo nello stesso appartamento.
Condividevamo gli allenamenti, i pasti che le mamme ci preparavano con amore per la settimana, le pizzate con le nostre famiglie a fine partita di sabato.
Anche il letto matrimoniale, sebbene ognuno avesse la propria camera.
Mi prestavi i tuoi vestiti, avevi uno stile fantastico.
Giocavamo a Super Mario per staccare tra scuola e pallavolo, facevamo delle gran pennichelle pomeridiane, studiavamo la notte dopo la palestra.
Tantissimi momenti trascorsi in simbiosi, come due sorelle.
Per tutti Fonzy e Momi, tu al centro, io in banda.
Due matte: ci siamo proprio divertite!
Oggi ti ritrovo così: sempre sorridente, leggera, bella, con la battuta pronta, la gioia nel cuore, un innato ottimismo.
E... mamma.
Con questa creatura magnifica di nome Adelaide tra le braccia, che di te ha già l’espressione furbina e brillante.
Un grandissimo dono averti incontrata stamattina, e aver fatto conoscere le nostre bambine.
Anche se, senz’altro, si conoscevano già. ♥️







Un universo intero

Un giorno la tua mamma ti racconterà cosa significa avere il cuore che arde per una Passione.
Un giorno la tua mamma ti racconterà come in un pallone possa esserci un universo intero.
#OneLove 💎🌙



Ridi, ridi ancora

Stasera il suono delle tue risate ha toccato una mia corda sconosciuta.
Ridevi: bellissima, energica, contagiosa, stupita.
Forte e a lungo come mai prima d’ora.
Ancora e ancora. 
Ci hai fatto divertire ed emozionare.
Più ridevi, più quel suono entrava in profondità scuotendomi tutta.
Una profondità non ancora sperimentata.
Di commozione, gioia, meraviglia.
Mistero.
Tu ridevi, io piangevo.
E ti amavo.
Dio quanto ti amo.
Sei riuscita a fendere il mio cuore.
Hai aperto un varco sottile, una crepa irregolare e diffusa, dalla quale ora, lacrima la Luce.
Quanto Amore siamo in grado di sopportare?
#💎🌙

Ti guardano

Sai perché devi essere il meglio di te come persona e come atleta?
Perché lì fuori c’è qualcuno che ti osserva.
Che da te prende esempio.
Che ti ammira, che magari ti imita, che da grande ti vuole somigliare.
Non sai quando, non sai per quanto.
Ma c’è.
E probabilmente la palla è ancora molto grande tra le sue manine.


Il giorno del test

Un anno fa, il giorno di Pasqua.
Gian e io eravamo a Crespano, nella mia stanza da letto.
Avevamo deciso di fare il test di gravidanza nel giorno della Rinascita.
Sono andata in bagno, ho fatto la pipì in un bicchiere, poi sono uscita con quell’aggeggio tipo penna in mano, chiuso con il cappuccio, appoggiandolo su una superficie piana come da indicazioni.
“Sono passati 3 minuti?”
“Non ancora”
“Ok... adesso sì...”
“Aspettiamo per sicurezza ancora un pochino”
Seduti l’uno accanto all’altro, con le gambe intrecciate, a bordo letto.
In attesa.
“Vado?”
“Vai.”
Guardiamo.
Finestra di controllo, finestra del risultato.
Una linea verticale, un grande “più”. +
Io: “Sono incinta?”
Gian: “Si...” mi sorride.
Entro in uno stato di confusione.
Gian: silenzio, mi fissa con gli occhi che ridono e le sue pieghette sul naso
Io: “Fammi leggere meglio le istruzioni”.
E cerco in valigia il foglio con le istruzioni che avevo già letto e riletto prima del test.
Guardiamo insieme.
Gian con i suoi occhi dolcissimi: “Si...”
Io: “Controllo anche su internet!”
Prendo il telefono, cerco i risultati di Clearblue... confronto le immagini.
“Si.”
Sono incinta.
Tra le lenzuola colorate, in una giornata di sole.
Appena ho realizzato ti ho sentito fisicamente in me.
Dentro.
Un tuffo.
Qualche istante di apnea.
“Oddio..” contengo un miracolo, sono il mezzo di una meraviglia.
Mi stendo sul letto dalla parte dei piedi, Gian di fronte a me, ci asciughiamo le lacrime di gioia l’uno con l’altra.
Il viaggio è iniziato.
Non si torna più indietro.
E tu, Gianluca, sei esattamente la persona giusta che avrei voluto al mio fianco.


Mi inchino a te

Mi inchino a te bambina mia.
Mi inchino a te che mi forgi, mi insegni, mi guidi a trovare un equilibrio per poi infrangerlo dopo nemmeno qualche giorno.
Mi inchino a te e alla stanchezza, alle paure, alle sfide, alle domande che hai portato qui per la nostra evoluzione.
Mi inchino a te che già sai sapientemente amare, rispondere ai sorrisi, ridere rumorosamente, rassicurarmi, farti ascoltare nei tuoi bisogni.
Mi inchino a te che sei Bella, di quella bellezza genuina e sincera che giorno dopo giorno porta alla luce in questa vita qualche dote dalle sue vite passate mescolandole alla sua nuova indole.
Mi inchino a te che mi rendi più organizzata, più coraggiosa, più disponibile, più focalizzata, più fallibile, più vulnerabile, più imperfetta, più imbranata.
Mi inchino a te che quando mi fissi in quel modo mi imbarazzi.
Occhi così non ne avevo mai conosciuti, hanno qualcosa di mistico, di non terreno.
Mi fanno sentire osservata, ammirata, amata, contemplata, presa ad esempio.
Mi inchino a te che hai la pazienza di guardarmi sbagliare e la rassicurante fiducia di aver fatto la scelta giusta.
Mi inchino a te, bambina mia.
E a quel sorriso che quando si apre fa nascere l’arcobaleno.
🌙

Scriviti una lettera

Facciamo questo esercizio ad un corso Ekis davvero speciale, e trovo utile suggerirlo in alcune mie sessioni di coaching per aprire i canali del cuore e dell’immaginazione.
È uno di quei momenti da ritagliarsi con una musica in sottofondo e in totale intimità.
Attrezzati di tempo, di carta, penna e scriviti una #lettera.
Hai capito bene.
Scriviti una lettera.
Con tanto di data, di Cara [tuo nome], di saluti e di firma.
Parla a te, apertamente, senza filtri.
Come faresti con la tua migliore amica, o alla persona che ti ama di più.
Parla ad una te tra 5 anni, descrivi quali sono i tuoi progetti, cosa sogni, cosa ti aspetti da te stessa.
Scrivi per quale motivo ti piaci, perché sei orgogliosa di te.
Metti nero su bianco gli impegni che ti prendi e i comportamenti che sei decisa a perseguire per arrivare dove meriti.
E, soprattutto, in ogni parola amati, confortati, abbracciati, sorriditi.
Il giorno che deciderai di rileggere quella lettera, magari trovata per caso dentro un quaderno mentre stai facendo tutt’altro, avrai un attimo di smarrimento.
-Oh una lettera!
“Cara Giulia”... è per me.
Mmmh... ma è la mia scrittura... c’ è la mia firma.
Ah! Si! Ora ricordo!-
La leggerai voracemente e ti commuoverai, te lo assicuro.
Magari saranno passati degli anni, e sarà meraviglioso scoprire che stai vivendo esattamente la vita che desideravi per te.
Chissà, forse anche meglio di come la immaginavi.
“... La tua storia, a servizio dei più giovani, di chi ha bisogno di energia, di chi vuole una spinta, uno scossone, un abbraccio.
La tua anima a sevizio di chi non sente, o sente poco.
Porta il tuo fuoco... dentro la vita delle altre persone.🔥
Ce la fai! Sei una guerriera.”


Benedetti Nonni

Luce in casa, fiori colorati,
foto dappertutto per ricordare ció che è davvero importante.
Pentole, padelle, forno e profumo di buono sempre in funzione,
Il dolce che ti piace che non manca mai.
Sapone di Marsiglia, lavatrice e asciugatrice che insieme all’accuratezza di chi le dirige riparano qualsiasi malanno in tempi record.
La loro camera da letto a nostra disposizione: “Così siete più comode”.
Ritmi scanditi, tempo da dedicare,
un equilibrio sudato, costruito e guadagnato con orgoglio negli anni.
Ogni cosa al suo posto, ad ogni problema la sua soluzione.
La compagnia degli abitudinari programmi tv,
schemi che si ripetono, convinzioni sedimentate, storie da raccontare.
Scoprire meglio il tuo Uomo attraverso le sfumature e gli incroci dei loro corpi e dei loro caratteri. Immaginartelo bambino, poi ragazzo, poi adulto attraverso l’evoluzione delle sue profonde radici.
4 braccia generose e affidabili su cui poter contare,
I “Riposati... ci penso io... tieni... vai... stai tranquilla... già fatto... è pronto... lì c’è tutto... fai le tue cose...”.
4 mani lavorate dagli anni che donano senza risparmio coccole, baci, risate, passeggiate, canzoncine, attenzione, consigli, tecniche infallibili, tenerezza, rassicurazioni, Amore.
E la sensazione di essere in vacanza.
Tutto questo e molto di più è: casa dei nonni. 🌸

Che figata!

Quei momenti durante la notte in cui ti addormenti sulla mia spalla destra...
cuore a cuore, viso a viso, alla portata di un bacio.
Ti contemplo rapita nella penombra, mescolando ammirazione e meraviglia.
Mi avvicino piano per non rompere l’incantesimo e ti annuso.
Sei buona.
Poi ti bacio, lievemente, la guancia di nuvola.
Tu mi senti, e senza muoverti apri un sorriso e illumini la porzione di volto che posso sbirciare.
Lo faccio e lo rifaccio ancora... e più me lo permetti, più mi sento privilegiata.
Sono la tua mamma, che figata. 🌸
#PetraLuna 💎🌙

I 4 pilastri

Non sono stata la più forte delle pallavoliste o la migliore delle beachers.
E nemmeno la più debole.
Non ho mai posseduto talenti particolari, nè fisici, nè tecnici: ero e sono una ragazza normale, molto determinata e innamorata del mio sport.
In carriera sono arrivata ad essere una buona giocatrice, con le mie vittorie (indimenticabili!) e le mie sconfitte (tante!), passando da un Sogno ad un altro, realizzandone alcuni e fallendone altri.
Ho lottato con grande costanza per divenire la migliore versione di me possibile e questo, a conti fatti, mi ha permesso di ottenere oltre 50 medaglie e una trentina di trofei nelle mie discipline.
Cosa significano per me questi premi?
Sono una prova.
La prova della mia dedizione, la prova della ricompensa ricevuta, che non eguaglia mai il tanto lavoro fatto, ma che lo onora.
Se dovessi scegliere i 4 pilastri che mi hanno guidata e mi hanno permesso di ottenere i miei risultati sportivi mi soffermerei su:
1.Le persone
Ogni singola conquista l’ho ottenuta grazie al #team in cui ero inserita o che mi sono scelta.
Compagne, allenatori, dirigenti, fisioterapisti, preparatori... ognuno di loro mi ha permesso di crescere, di imparare, di confrontarmi.
Nessuno vince da solo.
Mai.
2. L’allenamento
Ho sempre amato lavorare duramente, o meglio, ho imparato a farlo negli anni quando mi sono resa conto che non esistono scorciatoie e che l’unico modo possibile di raggiungere con costanza un determinato livello di gioco è farsi il #culo.
3. La Passione
Appassionati a quello che fai, amalo a dismisura.
Senti il #fuoco di ciò che ti piace ardere di desiderio in te.
Disegnavo palloni ovunque, tutte le volte che avevo una penna in mano.
Era il mio chiodo fisso, l’unica alternativa, il piano A che non prevedeva alcun piano B.
4. L’atteggiamento
L’atteggiamento va scelto, coltivato, nutrito e allenato.
Non si nasce entusiasti, positivi, vincenti, determinati, resilienti: lo si diventa.
L’#atteggiamento si FA! Con azioni, comportamenti, decisioni.
Il desiderio di migliorarmi, conoscere, tendere all'eccellenza è sempre stato un grande motore della mia vita.
Quali sono i tuoi 4 pilastri?
Cosa ti permette o ti ha permesso in passato di raggiungere i tuoi ambiti obiettivi?

Sei la mia Pasqua

I tuoi occhi sono la mia Pasqua, nel tuo sorriso il passaggio Sacro di un intero popolo verso la libertà.
La tua dolcezza è il mezzo che mi permette di nascere e rinascere come Donna, come Madre, come Peccatrice.

Sei pura, tenera, bella come la colomba messaggera di pace, fedeltà e amore.

In te c’è lo Spirito che unisce, rallegra, tempra, perdona, protegge e illumina.

In te, il Divino.
In te, la primavera, inizio di splendore.

#PetraLuna 💎🌙

Se tardi a trovarmi, insisti.

“Se tardi a trovarmi, insisti.
Se non ci sono in nessun posto,
cerca in un altro, perchè io sono
seduto da una qualche parte,
ad aspettare te.”
Walt Whitman
Grazie per avermi trovata, Amore mio.


Breve Storia Triste

Breve storia triste.
-GM dondola la carrozzina lateralmente dopo poppata e cambio pannolino, in attesa che Petra Luna semi addormentata si abbandoni al sonno.
-GT: “Amore ti do il cambio, dai mettiti lì” (indicando la sua parte del letto)
-GM in preda all’entusiasmo si fa venire un’idea brillantissima per raggiungere il posto di GT: “Guarda che so fare?!!”
E decide di sorprendere la giuria con una elegantissima capriola all’indietro.
Difficoltà: 10.
Peccato solo per il calcolo errato della distanza che la separa dalla parete.
Esito: distruzione del piede sinistro (con alluce incluso).
Stile: 3.
-Dolore per GM.
-Delusione per la giuria.
-Disprezzo, panico e paura sul viso di GT: GM sta facendo rumore chissenefregadelsuoinfortuniograve.
-Ridarolla incontrollabile.
-Mano sulla bocca di GM da parte di GT.
-Ridarolla incontrollabile.
Petra Luna sveglia.
Sono le 2.46.
Fine della storia.

Moira Orfei De Noialtri.


Quando è l’esatto momento in cui cambiano le cose?

Quando è l’esatto momento in cui cambiano le cose?
Quando la fiducia incondizionata diventa diffidenza?
Quando il saper chiedere ciò che vuoi diventa paura di disturbare?
Quando l’adorazione verso i tuoi genitori diviene intolleranza?
Quando i sorrisi di Puro Amore diventano giudizi?
Quando la totale sincerità diventa una maschera che difficilmente lascia trapelare l’essenza?
Quando?
Quando i bisogni espressi ed urlati diventano bocche taciturne e visi poco espressivi?
Quando la comoda e libera nudità diventa pudore?
Quando l’abbandono diventa rigidità?
Quando dal gioco che era per le nostre piccole conquiste, ci diventa difficile rialzarsi dalle cadute?
Quando iniziamo ad avere Paura?
Quando questa boccuccia angelica che si nutre alla perfezione ad un seno inizia a mangiare troppo o troppo poco?
Quando questo sorriso sdentato a 32 gengive si serra per timore di non piacere?
Quando questa chiarezza ad esprimersi diventa imbarazzo, insicurezza, disagio?
Quando questa pelle delicata diventa trucco, profumo, colore, segno indelebile?
Quando questo corpo perfetto inizia ad essere disprezzato, sfruttato e violato?
Quando?
Più conVivo e incontro la tua Gioia, figlia mia, più mi trovo di fronte alle mie ombre più oscure.
Attraverso di te e grazie a te continuo a lavorare per conoscermi ed evolvermi.
A volte ci riesco con grande chiarezza e soddisfazione, molto più spesso invece fallisco e mi riconosco in una Sfida che non avevo nemmeno considerato.

C’è ancora tanta strada da fare. 👣
Sei una grande Maestra.
E io sono e sarò la tua più umile allieva. 💎

Le medaglie, storia di sconfitte

Durante le sessioni di coaching con gli adolescenti mi capita di mostrare la scatola di legno che contiene le mie medaglie.

Non lo faccio per egocentrismo, ma perché i giovani, oggi più che mai, vogliono sapere la verità. Chiedo loro di guardarle con attenzione, di metterci dentro le mani, di sentirle, di notare le differenze tra le forme, i colori, le consistenze.
Chiedo loro di viverle per qualche istante e di ascoltare cosa comunicano.
Alcuni le indossano per conoscerle a fondo.

 - “Che cosa rappresentano secondo te queste medaglie?”
La prima superficiale risposta generalmente è:
- “Successo, vittorie, soddisfazione. Sono tante...”
- “Ok... dimmi di più: cosa c’è dietro queste medaglie? Cosa raccontano?”
- “Beh... Lavoro, passione, fatica... sacrificio.”

Sí.
E sconfitte, delusioni, solitudine, dubbi, paure, sbagli.

Le medaglie raccontano storie di “persone” prima che atleti.
Storie di ragazzi e ragazze, prima che di uomini e donne.
Storie di insicuri, timidi, spaventati prima che di sicuri, fieri e orgogliosi.
Nessuno vince senza avere perso. 
E spesso si perde molto di più di quanto si vinca.
Ma serve.

Perdere è un’esperienza preziosa che ti mette di fronte ad una doppia scelta:
1. Mollare
2. Insistere fino a che ottieni un risultato migliore.

La decisione che prendi ogni volta che sei dinnanzi a questo bivio, determina la persona che diventi. 

A prescindere dalle difficoltà, TU puoi farcela.
Sei un Campione.

Perdere fa curriculum, ma solo quando hai il coraggio di scartare il regalo che ti lascia.


Musica:la tua routine pre-gara

Come ti prepari alla gara?
Ecco un punto di attenzione per la tua routine -perché hai una routine, vero?! -
Scegli la giusta musica: la musica ha un potere dopante naturale straordinario!
Ti serve una dose di carica? 
Preparati una playlist che in modo progressivo ti accenda e ti faccia arrivare al punto in cui non vedi l’ora di entrare nell’arena per dare il meglio di te.
Ti servono calma e lucidità? 
Ascolta musica che possa favorire la tua concentrazione e che allo stesso tempo ti metta nella condizione di sentirti solido e in armonia.
Utile a questo scopo è ascoltare musica a 432 Hz: questo tipo di onde sonore modificano alcune caratteristiche corporee come la respirazione, il battito del cuore, la sudorazione, le onde cerebrali e la risposta neuro-endocrina, stimolando l’equilibrio ed il rilassamento della mente e del corpo. Sperimenta la musica di Mozart e Einaudi a 432 Hz qualche ora prima della gara, otterrai meravigliosi benefici per la tua disciplina.

Piove. E' domenica

Piove.
È domenica.
Abbiamo terminato da poco la prima poppata del mattino.
In camera ci accompagna della soave musica classica, così che tu possa addormentarti sapientemente cullata e serena. 
In un angolo la presenza colorata e discreta della lampada di sale che illumina le nostre notti insieme.
Ti ho appena messa nella carrozzina, poi ho aperto un’anta per far entrare la luce per mano al canto degli uccellini, che si fa ogni giorno più deciso.
Papà dorme, raggomitolato.
Lo amo.
E amo tutto quello che fa per la nostra Famiglia.
Tu sei ancora sveglia, ma sei rilassata, e ti guardi intorno sicura.
Lo sai che sei amata, lo sai che sei protetta, lo sai che sei Benedetta.
Io spio dentro questo quadro di pura magia, tento di immortalarla, la respiro e ringrazio.
Ringrazio per l’Amore, ringrazio per gli Angeli visibili e invisibili che ci sostengono in questo cammino.
Ho il cuore gonfio di commozione.
E, come al solito, non mi ci sta tutto dentro e qualcosa scivola fuori.
CondiVivo.
Piove.
È domenica.


Cara giovane mamma, ce la fai!

Cara giovane mamma, ti vorrei dire che è normale avere paura, sentirti dubbiosa e così responsabile di questa piccola anima.
Cara giovane mamma, ti vorrei dire che è normale sentirti stanca, di una stanchezza mai provata nemmeno dopo 6 ore di allenamento al giorno.
Cara giovane mamma, ti vorrei dire che ce la fai. Che ne sono certa.
Cara giovane mamma, ti vorrei dire che sei perfetta per il tuo bambino o la tua bambina.
Sei stata scelta.
E se non ti fidi ancora di te, fidati di lui/lei.
Imparerai.
Impareremo.
Segui il flusso, libera l’istinto, ama.
E sarà giusto.


Essere Donna - 8 Marzo

8 marzo, Festa della Donna. di Isabella Gandolfi

Volendo scrivere di un personaggio femminile che abbia nella sua dimensione anche quella sportiva, penso subito a Giulia Momoli, incontrata casualmente per lavoro un anno fa: da allora l’ho sempre seguita, interessandomi a lei per la sua meravigliosa capacità di trasmettere entusiasmanti energie positive, ma anche linee guida dalla chiarezza ed evidenza sconcertanti. La contatto sperando di disturbarla il meno possibile.

Giulia è stata una giocatrice di pallavolo di serie A, atleta Azzurra nel beach volley vincendo più di 50 medaglie fra nazionali ed internazionali. Ora è Mental Coach di Ekis, azienda leader nel coaching e nella formazione, è riconosciuta a livello internazionale nel mondo sportivo e da pochi mesi è anche Mamma, le chiedo cosa significhi per lei essere Donna.
Le mie aspettative non vengono deluse: Giulia mi propone un suo pensiero, scritto appositamente per i lettori del Bello dello Sport
A leggerlo mi è sembrato di osservare da vicino la magnificenza di un sapiente pizzo macramè, elaborato e prezioso, ma al contempo semplice e pulito, come solo mani esperte possono ricamare.
Ve lo ripropongo integralmente, per lasciare intatto il generoso dono di Giulia Momoli:

Essere Donna per me è libertà.
La libertà di essere una, nessuna, e centomila.
La libertà di essere ciclica, lunatica, romantica, indipendente, profonda, intuitiva, decisa e sorgente d’Amore.
La libertà di cambiare idea, di sentirsi inadeguata e dopo 5 minuti saper sfoderare la grinta di una leonessa.
Dicono che devi essere bella, devi piacere e piacerti, devi essere brava e gentile.
Devi vincere, devi sopportare il dolore, devi saper stare al tuo posto, devi fare squadra, devi occuparti dei figli e della casa.
Mentre tu vuoi essere solo tu, divina come sei.
Magari in pigiama o con addosso un paio di ginocchiere puzzolenti.

Essere una Atleta Donna per me è decidere di sacrificarsi (rendere sacro) per una Passione, lasciando che emozioni, condivisione, Sogni e conflitti colmino lo spazio chiacchierato tra te e le tue tante compagne di avventura.
Amiche o nemiche di una vita intera.
Significa vestire i panni della guerriera, perché devi e vuoi essere attrezzata ad affrontare le sfide, ma hai il cuore buono che ti pulsa in petto e che ti guida a seguire il tuo istinto.
È competere, sfidare te stessa, paragonarsi ad altre per anni e anni tra una rete e un libro per poi capire (forse) che sei perfetta come sei e che stai vivendo il tuo unico disegno accanto a incredibili sorelle.

Essere una Figlia sportiva significa scegliere fin da giovane la tua strada, dicendo no a quella che era stata già definita per te.
Significa avere paura, ma conoscere il coraggio di proseguire, cadere, ferirsi, andare.
Perché puoi farlo, perché sei capace. Perché sei Donna.
E se non sei capace impari.

Essere una Sorella significa guidare con l’esempio, significa accorgerti, tendere una mano, sbagliare, creare opportunità, sentirti fiera, pregare in silenzio.
Significa preoccuparti, avere il cuore diviso in 3 fin dall’inizio e osservare da lontano.
Significa insegnare a leggere e a scrivere prima di andare a scuola.
Significa che ci sei, sia quando sei un mito per i tuoi fratelli più piccoli, sia quando non lo sei più.

Essere Compagna di un Uomo è avere la possibilità di conoscere ogni angolo della magia di cui sei portatrice, è scontrarti con la vulnerabilità che ti appartiene, con i conflitti che l’energia di due individualità in viaggio genera, è scoprirti allo stesso tempo bambina nei comportamenti e maestra di saggezza.
È comprendere quanto siamo un incastro perfetto con il nostro Lui, Terra e Cielo, un incontro di destino.

Essere Donna e Mental Coach significa fare la gavetta, doverti ritagliare il tuo spazio, per poi riuscire a splendere dei tuoi talenti.
Significa seguire con fiducia il richiamo antico delle nostre antenate, significa assecondare il risveglio di nuove consapevolezze e di una società che sembra più pronta ad accogliere le sciamane invece di bruciare le streghe
Significa portare il cuore lì dove ci sono state sempre e solo tante palle.

Essere Mamma è sperimentare che nel corpo di Donna c’è la storia infinita, è farsi sorprendere dalla grande forza creatrice, è aver compreso davvero cosa significa la frase “Soffrire per Amore”.
Essere madre è offrirsi, donarsi senza riserve, è saper lasciare andare.
Il mondo è ricco di uomini meravigliosi, autentici ed illuminati.Significa conoscere la paura, la follia, la separazione e che quando sei nel tuo potere puoi fare miracoli.
È essere il solido e insostituibile centro della famiglia, il canale aperto verso la Bellezza.
Ma è la Donna che ti porta e ti riporta a Casa.

A te Donna ricca di risorse, preziosa, luminosa, stanca.
A te Donna che sai vedere, danzare, cullare, nutrire, piangere.
A te Donna che ti sai rialzare.
A te Donna che vieni dalla Terra e tendi al Cielo.
Grazie”


Grazie a te, Giulia Momoli




Questa parte di te...

C’è questa parte di te, tra il collo e la guancia, che non mi stanco mai di baciare, di respirare, di strofinare.
È morbida e paffuta come le nuvole.. quelle bianche, bianchissime. Quelle che quando le vedi ti viene voglia di saltarci dentro. Anche se sai che non ti sosterrebbero, ma tu ci credi lo stesso e continui ad immaginartele così.
È profumata e golosa: nemmeno la torta di mele può competere. Ma.. se c’è anche la torta o i biscotti di papà va ancora meglio!
È delicata, comoda, invitante come un divano che ti accoglie quando sei stanco, che puoi anche alzare i piedi.
Poi ti copri con il plaid e dici: “Che meraviglia!”
È calda e coccolosa come la domenica mattina d’inverno passata in casa.
Quella dal rumore di pantofole trascinate, dal sapore di arancia spremuta, di capelli arruffati e senza orologio.
Ti prego ricordati quanto ti amo.
Ricorda quanto sei amata.
Custodisci tutto questo amore, questo contatto, questa gioia di averti nella nostra famiglia lì nel tuo posticino segreto.
Per sempre.
💎🌙




Se vuoi vincere devo farlo con tutto il cuore. E con tutto il corpo.

Un atleta non può essere moscio.
Nè in allenamento, nè in gara.
Chi si sente scarico, o appare apatico quando lo osservi, sta utilizzando male uno strumento prezioso.
Il proprio corpo.
Come sono le tue spalle?
Dove punta il tuo sguardo?
Che qualità hanno i tuoi movimenti?
Come respiri?
Il corpo è il mezzo, non un appendice.
Il corpo produce e trasmette energia.
Il corpo comunica.
Il corpo mette in pratica le tue intenzioni.
Il corpo ti offre prestazioni performanti in relazione a come lo usi.
Intensità.
Allenati con intensità.
Fai in modo che ogni centimetro della tua pelle, da qualsiasi angolazione lo guardi o venga osservato, tra-sudi quell’intensità.
Se vuoi vincere devi dare il massimo.
Devi essere il meglio di te.
E a volte ancora non basta.
Se vuoi vincere devo farlo con tutto il cuore.
E con tutto il corpo.
Sfrutta, onora e sacrifica questa grande risorsa, questo incredibile miracolo di cui sei dotato.